C'è da apprezzare una cosa del regista Gabriele Muccino, ossia il suo spirito eternamente adolescenziale, nonostante il tempo che passa e l'esperienza accumulata negli anni.
Il corto "Living in A Movie" realizzato per e con un modello di smartphone cinese sembra infatti proprio l'opera prima di un giovanissimo studente non necessariamente di cinematografia.
Quella ingenuità, quell'acerbo entusiasmo che solo un giovane alla prime armi non riesce a contenere, quel ricorso al gioco di scatole cinesi con tanto di domanda esistenziale tipica della pubertà ("e se vivessimo in un film?") sono tutte caratteristiche che hanno caratterizzato il giovanissimo cinquantaquattrenne regista romano da sempre.
Lodevole anche il fatto che ci mette anche la faccia, comparendo alla fine del corto mentre chiacchiera con i due (veri) giovani protagonisti compiacendosi dell'idea originale di rompere la quarta parete.
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